giovedì 4 settembre 2014


Scuola, denuncia dei precari:
70mila fuori dalla riforma
Per un coordinamento di docenti abilitati tra il 2013 e il 2014, molti restano esclusi dalla riforma che promette di azzerare il precariato

La "buona scuola", la maxi riforma annunciata da Matteo Renzi promette con una rivoluzione copernicana di azzerare il precariato. Ma non sono pochi quelli che al momento sembra ne resteranno esclusi. La Grande stabilizzazione, almeno per ora, si lascerebbe alle spalle i circa 70 mila docenti abilitati negli ultimi due anni, che non sono mai entrati nelle Gae, le Graduatorie a esaurimento da cui invece provengono i 150mila insegnanti che con la riforma saranno immessi in ruolo tra un anno esatto.Questo dichiara un coordinamento di insegnanti abilitati tra il 2013 e il 1014.
Chi sono? Tutti quelli che hanno ottenuto l'abilitazione attraverso due percorsi formativi diversi, tra l'altro a pagamento, Tfa e Pas. In 11 mila si sono imbarcati nell'avventura del Tfa ordinario - Tirocinio formativo attivo - concepito dall'allora ministra Gelmini dopo la chiusura delle Ssis (scuole che un tempo permettevano l’inserimento in una graduatoria da cui si accedeva direttamente al ruolo) come un percorso a numero chiuso, calcolato sul numero dell'effettivo fabbisogno di docenti. Chi è riuscito ad accedere al Tfa ha dovuto superare tre prove selettive, ha pagato in media 2600 euro di retta, frequentato corsi e fatto 475 ore di tirocinio in classe. In palio, allora, c'era la promessa di un concorso che non arrivò, o almeno non al momento giusto, visto che quello bandito dal ministro Profumo nel 2012 si aprì e si chiuse quando i “tieffini” non avevano ancora finito il ciclo per ottenere l'abilitazione, avuta nel 2013.

Gli altri fantasmi, invece, sono i precari che vengono dai Pas, i Percorsi abilitanti speciali, voluti dalla ministra Carrozza (sulla scia di un decreto a firma Profumo) anche per sanare la situazione dei laureati che insegnavano senza abilitazione – un paradosso fra i tanti della scuola - : per loro nessuna selezione o numeri di sbarramento, una spesa tra i 2.550 e i 3mila euro a testa per conseguire il titolo, ottenuto infine nel 2014. Tutti quanti, “tieffini” e abilitati con i Pas, mai entrati nella Gae e ora confinati in un limbo che rischia di inghiottirli e farli sparire. Insieme, probabilmente, ad altri 23mila "tieffini" di nuova generazione, quelli che stanno facendo ora le selezioni per un nuovo ciclo abilitante.

“Noi abilitati inseriti nella seconda graduatoria di istituto non veniamo neanche considerati precari. E non potremo neanche più fare le supplenze, che saranno prese dai 150mila docenti della Gae che saranno immessi in ruolo. Questa riforma è una demoniaca operazione pubblicitaria”, protesta Arianna Cipriani, del coordinamento nazionale Tfa ordinario. “Qui si parla di mettere in ginocchio 70mila docenti, che lo Stato ha abilitato a spese loro, ovvero 70mila famiglie. Perché non si tratta di neolaureati ma di quarantenni, madri e padri di famiglia, che faranno la fame. Il governo prevede di assumere i 150mila precari della Gae a settembre 2015 – prosegue la professoressa Cipriani - e nel 2015 di bandire il concorso per 40mila posti, anche per i non abilitati, a fronte di una platea enorme e col rischio concreto che il sistema collassi”.

Per questo i precari-fantasma tornano a chiedere il diritto a una doppia chance: quella del concorso, ma anche quella di una graduatoria a scorrimento per le immissioni in ruolo.

“Noi siamo l'anello scomodo e taciuto di questa operazione, che però mortifica tutti. Anche i 150mila assunti saranno penalizzati – denuncia ancora Arianna Cipriani - perché le scuole dovranno consorziarsi e assumere più insegnanti di quelli che servono e loro non avranno possibilità di insegnare la propria materia e avere una cattedra. Saranno utilizzati per tappare i buchi, per i doposcuola, però copriranno tutte le supplenze e noi moriremo di fame”.

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