Sciopero
del 27 settembre, “in Italia un milione di partecipanti”. Greta al corteo in
Canada, 170mila sfilano in Nuova Zelanda
A Milano
150mila persone e a Roma gli organizzatori parlano di 200mila tra studenti,
genitori e prof che sfilano nell'ultimo giorno che chiude la Week for Future.
Piazze coloratissime e affollate da Genova a Trieste, passando per Venezia e
Torino e altre decine di città. Momenti di tensione a Palermo dove una trentina
di ragazzi, tutti vestiti di nero, ha interrotto il corteo. A Wellington la
manifestazione sul clima è la più grande di sempre
Studenti di
ogni età, universitari, genitori, nonni e prof. A Genova
sono 10mila, a Napoli 80mila con un corteo lungo un chilometro e mezzo,
a Milano 150mila e a Roma 200mila. E poi 50mila a Firenze,
20mila a Torino e Bologna e 10mila a Palermo e Bari.
I numeri sono degli organizzatori di Fridays for Future, che fanno un
conteggio complessivo per l’Italia: oltre un milione di persone hanno
partecipato ai cortei per il clima. Hanno invaso piazze e strade in 160 città
italiane per il terzo global strike, seguendo l’onda del movimento
ispirato da Greta Thunberg,
che questa settimana era all’Onu per il summit sul clima. Fiumi di
persone da Nord a Sud per chiedere alla politica di agire per
salvare il pianeta, passando dagli annunci ai fatti.
La giornata di
oggi, sostenuta anche dal ministro dell’Istruzione Lorenzo
Fioramonti che ha chiesto ai presidi di giustificare i ragazzi
in manifestazione, chiude la Week for Future che ha coinvolto
milioni di persone in tutto il mondo e che è stata avviata con lo
sciopero di venerdì scorso. Come già annunciato, Greta sfilerà coi
manifestanti in Canada e i primi ad aprire i cortei è stata la Nuova
Zelanda, dove si stima che alle proteste abbiamo partecipato
complessivamente oltre 170 mila persone, pari al 3,5% della popolazione, come
ha evidenziato la stessa Greta in un tweet. È stata la più grande
manifestazione che il Paese abbia mai visto.
Da Milano a
Palermo contro il cambiamento climatico – Migliaia di ragazzi, in un
clima festoso tra manifesti e striscioni, hanno riempito Piazza della
Repubblica a Roma mentre a Milano il ritrovo è a Piazza
Cairoli, a pochi metri dal Duomo. In testa un risciò
addobbato con cartelli di cartone pieni di slogan con studenti di ogni età,
dalle elementari all’università, da Milano e dalla provincia,
ma anche bambini più piccoli accompagnati da genitori o nonni. Ci
sono anche gli studenti del Politecnico, con un grandissimo lenzuolo
su cui hanno stampato i risultati di una ricerca svolta con i docenti
sulla curva del cambiamento climatico dal pleistocene a oggi e con lo
scenario futuro. E stasera si replicherà, dalle 18, per un secondo corteo.
Quella di Milano è una manifestazione che chiama in causa direttamente
la politica, con i giovani del Fridays for Future che accusano il
governo di essere “complice del riscaldamento globale”.
“Se l’umanità
non agirà adesso – è la loro tesi scritta sul grafico – causerà danni
irreversibili alla vita sulla Terra, che si estenderanno per migliaia di anni”.
“Potremmo essere più dei 100mila del 15 marzo – spiega Miriam Martinelli,
considerata la “Greta italiana” fra un coro e l’altro urlato al megafono -.
Questa estate qualcosa è cambiato, c’è più consapevolezza”. Un fiume di 5mila
ragazzi si sono dati appuntamento a Venezia, mentre alcune migliaia a Torino
sono partite a piazza Statuto dietro uno striscione con la scritta
“Cambiamo il sistema non il clima”. “Il protocollo di Kyoto non è un
film erotico giapponese”, “Ci avete rotto i polmoni“, “Proteggi
la tua casa” sono alcuni dei cartelli esposti. A Trieste oltre un
migliaio di persone sono partite da piazza Goldoni con sindacati e genitori
che accompagnano i più piccoli, e alle 12.30 è previsto il picnic
ecosostenibile e nel pomeriggio un flash mob. A Genova invece si
parte da Piazza Principe e a Firenze da piazza Santa Maria
Novella con oltre 10mila partecipanti. In Toscana i cortei sono
anche a Livorno, Pisa, Arezzo, Siena ed Empoli. Oltre 500
gli studenti ad Aosta che al grido di slogan come “On est plus chaud que
le climat” (‘siamo più caldi del clima’), “Salviamo la terra dall’effetto
serra”, “Studenti di lotta il clima non si tocca”, hanno sfilato fin sotto il
palazzo della Regione. Piena e coloratissima anche la piazza davanti al
teatro Politeama a Palermo, dove però si sono verificati momenti
di tensione: una trentina di giovani, vestiti tutti di nero, ha spezzato in due
il lungo serpentone all’altezza dell’ex palazzo del Msi, creando il panico e
interrompendo il corteo. Tanta gente, anche genitori con i figli
delle scuole medie, ha rischiato di essere schiacciata sul cantiere
della metropolitana. C’è stato un fuggi fuggi e sono entrati in azione gli agenti
antisommossa.
Il caso di
Palermo
– Secondo alcuni testimoni il gruppo di giovani vestiti di nero, che ha gettato
il panico a Palermo durante il corteo, è fuggito per le strade
limitrofe. La polizia sta acquisendo elementi per identificarli. Il gruppo ha
cercato di provocare gli studenti in marcia. “Sono intervenute alcune
donne che si trovavano nei pressi del corteo e hanno creato un cordone
– dice Giovanni Guadagna, che ha accompagnato il figlio di 11 anni alla manifestazione
-. Poco dopo hanno iniziato a risalire contro mano il serpentone creando
scompiglio tanto che noi genitori siamo dovuti scappare con gli studenti più
piccoli rischiando di finire contro il cantiere della metropolitana.
Peccato. Era una giornata di festa per mio figlio. Adesso insieme ai
suoi compagni è impaurito per quanto ha visto”. Qualcuno che dai
balconi di via Ruggero Settimo, dove è avvenuto il blitz nei pressi
dell’ex palazzo del Msi, ha ripreso quanto accaduto. Alcuni studenti
lo hanno riferito alle forze dell’ordine presenti al corteo.
Le
associazioni degli studenti – “L’Assemblea delle Nazioni Unite
è stata un fallimento – sottolinea Giacomo Cossu, coordinatore nazionale
di Rete della Conoscenza, che ha aderito allo sciopero insieme a Unione
degli Studenti e Link – Coordinamento Universitario – i potenti del
pianeta non hanno intenzione di cambiare rotta per salvare il nostro futuro.
Noi giovani continueremo a ribellarci contro questa classe politica, seguendo
l’esempio di Greta e chiedendo che la giustizia climatica
sia finanziata da chi si è arricchito con il modello economico insostenibile.
Le multinazionali e i ricchi del pianeta devono contribuire alla riconversione
ecologica più di tutti. Eppure il governo italiano si limita alla
retorica, mentre secondo le bozze di decreto Clima intende dare sussidi
ambientali dannosi fino al 2040, una scelta inaccettabile”. “Serve un cambio di
rotta immediato che finanzi istruzione e ricerca per un altro modello di
sviluppo sostenibile, per questo in più di 150 piazze del Paese siamo in corteo
con Fridays for Future Italia per il terzo global strike al grido Change the
School to Change the System”, esordisce Giulia Biazzo, coordinatrice
nazionale dell’Unione degli Studenti. Per Camilla Guarino di Link
Coordinamento Universitario “la conoscenza è fondamentale per cambiare il
nostro modello economico e sociale insostenibile. Le università, attraverso la
ricerca e il sapere scientifico, devono avere un ruolo centrale nell’indicare
alla politica quali strade percorrere”.
Nessun commento:
Posta un commento