Gianni Rodari, tutti lo celebrano ma pochi lo ricordano
Oggi, giusto cento anni fa, nasceva Gianni Rodari, scrittore, pedagogista, giornalista e poeta, specializzato nella letteratura per l’infanzia. Le celebrazioni non mancano. Quasi ovunque se ne parla, se ne scrive. A “il maestro senza cattedra”, “l’uomo dei sogni”, “il prestigiatore che trasformò la fantasia in scienza esatta”, “il maestro di narrativa”, la meritata gloria. Per un giorno. Già, perché poi, nel corso dell’anno gli spazi dedicati a Rodari sono tutt’altro che ampi.
L’Italia, la sua patria, lo ha gratificato dedicandogli un gran numero di scuole, è innegabile. Istituti compresivi e plessi, elementari e medie, materne comprese. Da Rossano Veneto ad Acireale, passando per Montesilvano e Civitanova Marche. Insomma “l’uomo dei sogni” è sulla bocca di tanti studenti e genitori. Frequentemente.
Peccato però che in classe di rado faccia capolino. Quasi mai attraverso una lettura integrale di un’opera o delle sue opere, piuttosto tramite dei brani antologizzati. Magari una poesia oppure una “favola al telefono”. Circostanza che trasforma Rodari in esempio “di buoni sentimenti”, contraddicendo così la sua storia, connotata da scelte. Prese di posizione.
Non è improbabile che questa lettura di Rodari, come autore per l’infanzia, proprio in considerazione del presunto carattere “buonista” delle sue opere, lo abbia penalizzato. E continui a farlo. Nonostante nella realtà di alcune sue opere Rodari sia tutt’altro che interclassista e pietoso. Ma piuttosto duro. Tutt’altro che incline a giustificare l’ignoranza, oppure il pregiudizio.E’ vero, Rodari critica la “scuoletta” tradizionale e insegue l’idea di una scuola “grande come il mondo”. E’ il suo invito ai bambini ad “aprire gli occhi” per essere promossi, certo. Ma è anche il suo tentativo di dimostrare che intelligenza e volontà sono componenti entrambe fondamentali, nella crescita. Nella costruzione di un futuro che può regalare sorprese positive.
L’Italia sembra però aver dimenticato il Rodari giornalista. Il cronista con gli occhi spalancati sulla realtà che lo circonda. L’intellettuale curioso. L’aver separato quel che in Rodari non è mai stato è stato un errore. Che si continua a perseverare. Scioccamente.
Signori e buona gente, venite ad ascoltare: un caso sorprendente andremo a raccontare. È successo a Milanoe tratta di un dottore che è caduto nel video del suo televisore…Cade il dottor per terra, e un bernoccolo si fa: meglio cento bernoccoli che perdere la libertà.
La filastrocca “Teledramma” di Gianni Rodari, declamata, ad alta voce. Per i vicoli dei Quartieri Spagnoli, a Napoli. E’ accaduto qualche giorno fa.
Come ha raccontato la Repubblica, Tonino Stornaiuolo, un maestro della scuola ‘Dalla Parte dei Bambini’, ha deciso che le lezioni dovessero continuare, in qualche modo, a dispetto dell’ordinanza regionale. I bambini alla finestra e sui balconi, ad ascoltare. Non solo dello strano dottore.
“Pulcinella era la marionetta più irrequieta di tutto il vecchio teatrino. Aveva sempre da protestare … Allo spuntare del sole si svegliò ed aveva fame. Ma intorno a lui, c’erano solo garofani e tulipani … Non era come mangiare una bistecca ai ferri o un filetto di pesce persico; i fiori hanno molto profumo e poco sapore. Ma a Pulcinella quello sembrò il sapore della libertà …”.
Il maestro ha regalato a chi lo ascoltava anche la favola “La fuga di Pulcinella”. Perché Gianni Rodari è davvero un modello. Anche di libertà. Per questo motivo nelle scuole si dovrebbe leggere e studiare. Molto più di quanto non avviene abitualmente.
Non è improbabile che l’omaggio più vero a Rodari, in questa giornata di tante celebrazioni, sia proprio quello del maestro napoletano. Che ha deciso di parlarne ai “suoi” piccoli alunni, tra i vicoli di Napoli. Insomma in un luogo reale. Ma bisognerebbe imparare a parlare di Rodari anche in altre circostanze. Non solo a scuola. Regalandoci il suo pensiero libero. Quello di un “gigante” quasi dimenticato.
Scuola, a Napoli il miracolo dei Quartieri Spagnoli: maestro fa didattica dai balconi
di Cristina Zagaria
Foto Fb - Rossanna Partenope di Poce
Un insegnante legge Gianni Rodari tra i vicoli ai bambini e alle loro famiglie con la "Dab", la didattica dai balconi. E giovedì 22 staffetta di tutte le scuole napoletane per leggere Rodari dai tetti
20 Ottobre 2020 2 minuti di lettura
In
Campania le
scuole sono chiuse e molti bambini, come nel periodo buio del lockdown,
sono tornati a fare lezione davanti a tablet, cellulari e computer. Ma non
tutti. Perché a Napoli esiste la Dad, la didattica a distanza, ma esiste anche
la Dab, la didattica dai balconi.
Cos’è? Se i bambini non vanno a scuola, la scuola va dai bambini e porta nelle
case dei napoletani Gianni Rodari. L'idea è del maestro Tonino Stornaiuolo, che
non potendo andare a scuola, è andato nei vicoli dei Quartieri Spagnoli, a
piedi, sotto casa dei suoi piccoli allievi e così, in pochi, distanziati e
affacciati dai balconi, ha letto e spiegato Gianni Rodari .
È accaduto ieri mattina ai Quartieri
Spagnoli. Ed è stato “un miracolo”: si sono affacciati anche i genitori e
napoletani del vico, e la lezione si è trasformata in un momento di gioia
collettivo. Il maestro ha letto "Telegramma" e "La fuga di
Pulcinell", due testi che hanno come filo conduttore il tema della
liberta, e garndi e piccini hanno ascoltato i versi in silenzio, attenti,
stupiti, felici.
- "... La situazione attuale è delicata e seria, ma noi dobbiamo mostrare
ai bambini che le difficoltà, insieme, possono essere superate...",
così scrive, commosso, Tonino, maestro della scuola Dalla Parte dei Bambini,
sulla sua pagina Fb.
“Vengo ora stanco ma super carico- continua i lsuo diardio di maestro di strada
- dalla giornata di Dab (didattica ai balconi) - dice il maestro
Tonino - ...la bellezza di vedere i bambini felici, di narrare con e per
loro...nelle strade, nei vicoli dai balconi... L'emozione e la gratitudine dei
genitori era incontrollabile, ma sono io che ringrazio loro. Abbiamo letto
Rodari con la gente che si affacciava dai palazzi e dai bassi... Eravamo
distanziati, mascherati, pochi e nella più totale sicurezza... .Non ho tante
altre parole perché ancora frastornato dalle emozioni e dagli occhi dietro le
mascherine..."
La notizia è diventata subito virale su Facebook: “Mi viene in mente una poesia
bellissima di #Rodari – commenta sul social Rossanna Partenope di Poce -
che era una testa così bella, da essere #splendidaMenteelementare:
" Se io avessi una botteguccia
fatta di una sola stanza
vorrei mettermi a vendere
sai cosa? La speranza.
"Speranza a buon mercato!"
Per un soldo ne darei ad un solo cliente
quanto basta per sei.
E alla povera gente
che non ha da campare
darei tutta la mia speranza
senza fargliela pagare".
"Era qualcosa che già avevo in testa da un po' - racconta il giorno dopo
Stornaiuolo -. La scuola dove insegno ha un'impostazione fondata sul portare il
più possibile la didattica fuori dalle aule e nell'immaginare forme di insegnamento
alternative. Da lunedì scorso - prosegue - con i colleghi stavamo
lavorando su Gianni Rodari, in occasione dei 100 anni dalla nascita che si
celebreranno il prossimo 23 ottobre". Poi giovedì è arrivata
l'ordinanza che ha chiuso tutte le scuole campane: "Sono cominciati ad
arrivarmi i messaggi dei bambini sconsolati per la chiusura delle scuole -
ammette il maestro - e quindi ho deciso di fare qualcosa per loro e per me,
perchè la mia paura era quella di non poter vedere i bambini per 5 o 6 mesi,
come già successo, non volevo accettarlo".
"Sappiamo che questa è un'emergenza molto seria e non la sottovalutiamo -
spiega Rachele Furfaro, dirigente della scuola Dalla parte dei Bambini - ma in
questo momento la scuola è il luogo più sicuro dove poter far stare i bambini e
penso a tutti quei bambini che non possono stare in casa e quindi finiscono a
passare le loro giornate per strada . Chiudere le scuole è un boomerang che ci
tornerà indietro".
E la scuola di Rachele Furfaro sta organizzando per giovedì 22 ottobre una
staffetta di lettura: "Dai balconi ai tetti in nome di Rodari".
"Partendo dalla canzone scritta da Fiorella mannoia e Bungaro, che
hanno musicato la poesia di Rodari 'Il cielo è di tutti - spiega la direttrice
- noi invitiamo tutte le scuole di Napoli a Foqus, per una staffetta di
letture, nel nome di un grande innovatoree che avrebbe compituo 100 anni".
Gianni Rodari, l’Italia lo ricorda a cent’anni dalla nascita. L’amico Dané: “E’ come Gaber o De André: adorato ma poco messo in pratica”
Da Mantova alla Garfagnana, da Omegna a Cento: le iniziative più importanti per far rivivere le storie e la vita dello scrittore. Ilfatto.it ha intervistato Marco Dané, pedagogista, autore televisivo e regista teatrale che con l'autore di opere per bambini lavorò per "Il paese di Giocagiò": "Cosa mi colpisce ancora? Quando stavi con lui ti veniva sempre l'ispirazione. Poi andavi a casa e spariva ogni intuizione"
di Alex Corlazzoli | 23 Ottobre 2020
Sono passati cent’anni da quel 23 ottobre del 1920 quando a Omegna nacque Gianni Rodari ma nessuno ha dimenticato lo scrittore più amato dagli insegnanti e dai bambini. Oggi in Italia ma non solo sono in tanti a festeggiare questo anniversario. In onore del maestro Gianni esce un Meridiano Mondadori, un film omaggio ma sono previste anche maratone di letture, speciali tv e online. Il giorno del compleanno esce anche il francobollo celebrativo delle Poste Italiane la cui immagine è stata finora top secret. In ogni parte del Paese in questi giorni si parla di Rodari. Nella capitale dal primo al trenta novembre andrà in scena online Lucciole e lanterne, la sedicesima edizione del Premio Rodari per il Teatro con una giuria di bambini.
A Gallicano l’intero mese di ottobre è stato dedicato allo scrittore di Omegna con una mostra di disegni, ispirati a Rodari, realizzati dai bimbi di ArteLab durante il periodo di lockdown. A Mantova, invece, alla biblioteca Baratta fino a domani sono stati organizzati una serie di incontri per omaggiare il poeta. A Castelnuovo di Garfagnana, dal 17 ottobre al 15 novembre, hanno allestito in sala Suffredini la mostra Il favoloso Gianni antologia murale in 21 pannelli. Anche a Cento hanno pensato di celebrare il centenario: nei giorni scorsi alcune vetrine del centro storico si sono animate con personaggi che hanno letto filastrocche, poesie, fiabe tratte dai libri di Gianni Rodari. Alle 17.30 sotto il doppio portico Palazzo del Governatore si terrà la lettura spettacolo a cura del Teatro del Sole dal titolo A spasso con Rodari. E ancora ci saranno iniziative a Putignano, a Pontedera e persino a Tirana e ad Hanoi. E infine naturalmente ad Omegna dove il Parco della fantasia ha organizzato una serie di manifestazione dedicate al famoso concittadino.
A festeggiare Rodari è soprattutto chi l’ha conosciuto di persona. Marco Dané, pedagogista, registra, autore televisivo (da Domenica In al Kilimangiaro), nel 1970 condusse su Rai1 il programma televisivo Il paese di Giocagiò di cui il maestro di Omegna era autore. Dané, 76 anni, ricorda ancora molto bene l’amico Rodari.
Che approccio aveva con
il maestro?
Mi colpiva e mi colpisce ancora sapere che quando stavi con lui non ti mancava
mai l’ispirazione e sembrava che tutto fosse normale. Nel momento in cui
lavoravi da solo o andavi a casa spariva ogni intuizione. Lui non ti faceva
sentire la differenza. Era capace di trasmettere la sua arte, sapeva
coinvolgere.
Chi era l’uomo Gianni
Rodari?
Era semplice. Una persona buona, tranquilla, serena. Ti faceva sentire a tuo
agio. Non l’ho mai visto irritato. Parlava sempre a bassa voce. Aveva una tale
fantasia che effettivamente risolveva veramente i problemi. Aveva tante frecce
nel suo arco. Era sicuro di sé. Non c’è stato mai un momento di attrito con
lui.
Quali erano le sue doti?
Basta leggere Grammatica della fantasia per capire. Era un uomo
profetico. Sapeva uscire dagli schemi ordinari. Era capace di cogliere certe
situazioni. Sapeva scavalcare ogni muro.
C’è un episodio dei suoi
due anni di lavoro con lui che ricorda in modo particolare?
Rodari aveva scritto Il cavallo parlante, io ero il presentatore e
chiacchieravo con questo animale che mi rispondeva con le filastrocche. Mi
faceva piacere avere accanto un autore che interveniva anche nelle nostre
dirette, cambiandole al momento. Un altro ricordo è legato al mio primo
incontro con lui. Rodari abitava a Roma in via Quattroventi. Quando mi
presentai pensai a chissà quale argomento avrebbe tirato fuori e invece mi
chiese se conoscevo perché la sua strada si chiamasse in quel modo.
Che libro di Rodari
consiglierebbe di leggere ad un bambino e ad un insegnante?
Ai bambini tutte le filastrocche ma devono farsele spiegare da un adulto. Il
libro più venduto al mondo dopo la Bibbia è Pinocchio. E’ un testo che
va spiegato perché quel burattino è la storia dell’umanità. Le filastrocche di
Rodari hanno sempre un messaggio che il bambino non riesce a cogliere
direttamente. Ad un maestro consiglio di leggere assolutamente “La grammatica
della fantasia.
Il maestro, scrittore,
giornalista è stato dimenticato o resta vivo?
Rodari è molto lodato, adorato ma poco messo in pratica come succede sempre a
chi ha una visione profetica. E’ un po’ quello che è capitato a Giorgio Gaber o
a Fabrizio De Andrè. Io ho perseguito le sue idee, le abbiamo propagate
attraverso la televisione ma non c’è stato un seguito. Mi dispiace vedere che
la scuola di oggi mette in pratica il 10% del suo insegnamento. Non basta
elogiarlo va studiato. Le favole al telefono sono un messaggio ai
genitori: ti devi occupare di tuo figlio sempre. Pedagogicamente chiedo sempre
a mamme e papà: che fate solo per i figli? Rodari avrebbe detto che una cosa
che puoi fare solo per loro è quando ti trovi un pomeriggio e ti metti per
terra a giocare a macchinine. Io lo faccio con i miei nipoti.
Gianni Rodari, cent’anni dopo 9 libri per conoscerlo: dai palazzi di gelato del “Viaggio in Italia” al paese dei bugiardi di Gelsomino
"C'era due volte il barone Lamberto", "Favole al telefono", "Il libro degli errori": le opere principali del maestro-scrittore sempre presente nelle librerie di bambini e insegnanti
di Alex Corlazzoli | 23 Ottobre 2020
Maestro, giornalista, scrittore: Gianni Rodari è stato tutto questo e molto di più. Non c’è insegnante della scuola primaria o bambino che non abbia nella propria libreria almeno una sua opera. A partire dagli anni Cinquanta, Rodari, ha iniziato a pubblicare i suoi titoli per l’infanzia, che hanno ottenuto fin da subito un enorme successo di pubblico e di critica. I suoi libri hanno avuto innumerevoli traduzioni e hanno meritato diversi riconoscimenti, tra cui, nel 1970 il prestigioso premio Andersen. In occasione del centenario della sua nascita non si possono scordare alcuni dei suoi più importanti libri che vi suggeriamo di ritornare a leggere se non l’avete ancora fatto.
La grammatica della
fantasia
(Einaudi)
“Un sasso gettato in uno stagno suscita onde concentriche che si allargano
sulla sua superficie, coinvolgendo nel loro moto, a distanze diverse, con
diversi effetti, la ninfea e la canna, la barchetta di carta e il galleggiante
del pescatore… Non diversamente una parola, gettata nella mente a caso, produce
onde di superficie e di profondità, provoca una serie infinita di reazioni a
catena, coinvolgendo nella sua caduta suoni e immagini, analogie e ricordi,
significati e sogni…”. Così Rodari chiarisce la vocazione di questo libro
diventato ormai un classico: parlare dei processi della fantasia e delle
regole della creazione per renderne l’uso accessibile a tutti.
Partendo dall’esame dei congegni che muovono l’immaginazione, l’autore
non ci consegna, però, un ricettario per costruire storie, ma offre “materia
prima”, idee, occasioni di riflessioni fantastiche utilissime per superare
la muraglia della routine scolastica e per riconoscere il ruolo della
creatività all’interno del processo educativo.
C’era due volte il
barone Lamberto
(Einaudi)
In mezzo alle montagne c’è il lago d’Orta. In mezzo al lago c’è l’isola
di San Giulio. Sull’isola c’è la villa del barone Lamberto,
un signore molto vecchio, molto ricco, sempre malato. Le sue malattie sono ventiquattro,
e solo il fedele maggiordomo Anselmo è in grado di ricordarsele tutte…
Ma ecco che intanto piombano sull’isola il perfido nipote Ottavio, che
mira ad impadronirsi dell’eredità, e una gang di banditi decisi a rapire
il barone e a chiedere un riscatto enorme. Le storie di Rodari offrono
divertimento e una girandola di situazioni e personaggi esilaranti: un modo di
comprendere questo nostro mondo.
Favole al telefono (Einaudi)
Chissà se il ragionier Bianchi, rappresentante di commercio degli anni
Sessanta, che ogni sera raccontava alla sua bambina favole straordinarie, oggi
userebbe il cellulare o l’email… In ogni caso Le favole al telefono
sembrano non conoscere il passare del tempo: i paesi visitati da Giovannino
Perdigiorno, la minuscola Alice Cascherina, i personaggi
anticonformisti, gli eventi imprevisti e le dolcissime strade di cioccolato
costituiscono i punti di forza di quella inesauribile capacità di invenzione
che Rodari sapeva coniugare con l’osservazione della realtà.
Filastrocche in cielo e
in terra
(Einaudi)
Con Filastrocche in cielo e in terra Rodari ha portato nelle case di
milioni di bambini versi indimenticabili, capaci, a un tempo, di far riflettere
e divertire: personaggi bizzarri, sorridenti filastrocche sulla
punteggiatura, “favole a rovescio” capaci di sorprendere per le
straordinarie conclusioni, versi di serio, ma non drammatico impegno sociale.
Le filastrocche del libro aprono molte strade alla fantasia dei lettori e
invitano a non separare mai il potere dell’immaginazione dalla voglia di
conoscere il mondo per cambiarlo e renderlo migliore.
Gelsomino nel paese dei
bugiardi
(Einaudi)
In un paese, dove per ordine del sovrano tutto funziona al contrario ed è
proibito dire la verità, arriva Gelsomino dalla voce potentissima che
con l’aiuto di simpatici amici sconfigge la prepotenza e fa trionfare la
sincerità. In questo libro (uno dei primi) Rodari dà prova della sua
straordinaria capacità di esplorare con occhio critico la realtà sociale e di
muovere con brio e finezza di stile verso un universo fantastico costruito
sull’altruismo, sulla generosità, sull’amicizia: Gelsomino con la sua voce e la
sua simpatia ci invita a guardare con ottimismo al futuro.
Il libro degli errori (Einaudi)
Filastrocche e raccontini all’insegna dell’errore: alunni distratti,
professori noiosi, sportivi poco in regola con l’ortografia… spesso “gli errori
– diceva Rodari – non stanno nelle parole, ma nelle cose; bisogna correggere i
dettati, ma bisogna soprattutto correggere il mondo”. Questo libro ci porta in
un universo linguistico scomposto e disordinato, ma non è un testo di
noiosi esercizi grammaticali perché il magico Gianni Rodari fa nascere il riso
da ogni svista, muta in gioco le regole della nostra grammatica, apre un
dialogo fitto e ricchissimo con i lettori.
Viaggio in Italia (Einaudi)
Ore 9: lezione di geografia fantastica. Dove si scopre perché a Milano
non si riesce a prendere il volo e a Trieste o in Romagna sì.
Dove in quel di Perugia si riescono a imparare 214 lingue e dialetti diversi.
Dove si capisce come si possa allungare il corso del Po. Dove si viene a
conoscere che a Bologna si costruiscono i palazzi di gelato e in
quel di Barletta le strade di cioccolato… Tante storie e tante
rime con le quali Rodari racconta il nostro Paese. Per scoprire questa
lunghissima lista e costruire il suo personale tour, ogni lettore, grazie a un QR
Code potrà scaricare l’indice ragionato di tutte le città, i luoghi, le
cartoline di questa insolita geografia rodariana.
Codice Rodari (Einaudi)
Codice Rodari, uscito in occasione del centenario è un’avventura tra
parole e disegni, che invita a lasciarsi sorprendere osservando quante
invenzioni possano nascere quando si utilizzano, come fossero giocattoli,
segni, linee, forme, colori. Insieme, le parole di Gianni
Rodari e i disegni di Alessandro Sanna danno vita a un “ideario”
che reinventa la realtà attingendo non solo alla dimensione del gioco,
come esperienza attiva e positiva della personalità di ognuno, ma anche a
quella dell’utopia, intesa come capacità di trasformare le cose.
I sepolti vivi (Einaudi)
Trecento operai resistono asserragliati al buio da oltre un mese per
scongiurare il licenziamento. Succede nel 1952 nelle viscere della più
grande miniera di zolfo d’Europa, a Cabernardi, in provincia di Ancona.
Il giornalista Rodari capace di far sprigionare la vicenda umana racchiusa in
quel drammatico conflitto per la difesa del lavoro preannuncia nel suo
resoconto di cronaca la sensibilità di un grande scrittore”.
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