giovedì 10 settembre 2020

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Nicola Lagioia

Svetlana Aleksievič, premio Nobel per la letteratura, è l’unico membro del Consiglio di Coordinamento dell’opposizione bielorussa che abbia finora scampato l’arresto o l’esilio forzato.

Nella giornata di ieri, dopo che la scrittrice settantaduenne ha denunciato la tentata irruzione di uomini mascherati nel suo appartamento a Minsk, gli ambasciatori di Svezia, Germania, Slovacchia, Polonia, Austria, Romania, Lituania e Repubblica Ceca si sono recati a casa sua per fornirle un cordone protettivo diplomatico. Intanto la trentunenne poetessa e traduttrice Hanna Komar, segretaria del PEN bielorusso, è stata arrestata nel corso di una pacifica manifestazione tenutasi l’8 settembre e condannata a nove giorni di carcere.

Nell’esprimere la nostra piena solidarietà a Svetlana Aleksievič e a chi, assieme a lei, si batte per la democrazia in Bielorussia, vogliamo ricordare la coerenza del suo attuale impegno con l’impronta civile della sua opera. Da Preghiera per Černobyl a Ragazzi di zinco a La guerra non ha un volto di donna, i reportage letterari di Aleksievič rivelano gli aspetti più tragici e rimossi della realtà sovietica e post-sovietica, restituendoli con un coraggio, un’empatia e un rigore stilistico che, nel 2014, le sono valsi il premio tributato dall’Accademia di Stoccolma.

Come comitato editoriale del Salone del Libro siamo vicini con sincero affetto a Svetlana Aleksievič, affetto risalente al 2017 quando Aleksievič ci ha onorato della sua presenza a Torino. Auspichiamo che la nostra vicinanza non venga raccolta e rilanciata solo nell’ambiente della cultura italiana, ma che la diplomazia del nostro paese e dell’UE nel suo intero voglia presto intervenire a tutela di questa instancabile portavoce delle libertà democratiche e, come lei chiede nell’appello che qui riproduciamo in traduzione italiana, del popolo bielorusso.

Il Comitato Editoriale del Salone Internazionale del Libro di Torino

 

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